Di Sebastiano Maffettone
Il blog de il Sole 24 ore (7 settembre) dedicato a vicende della Fondazione Ravello, di cui ho l’onore di essere Presidente, richiede un intervento di rettifica e spiegazione. Spesso in Italia si condannano le istituzioni per la loro inefficienza. La Fondazione Ravello – come sanno tutti coloro che guardano alle cose con un minimo di obiettività – non corre nessuno di questi due rischi. Il Festival di Ravello di questo anno, a detta di critici e spettatori, è stato il migliore degli ultimi dieci anni. Ma la Fondazione, diversamente da quanto dice il blog da cui sono partito, non si occupa solo del Festival che è essenzialmente musica e danza. Sempre questo anno c’è stata da luglio una splendida mostra di Francesco Clemente, e dal 16 di settembre aprirà una straordinaria mostra di pittura di Sandro Chia realizzata proprio per la Fondazione Ravello. In genere, la Fondazione – di concerto con le aziende e le istituzioni locali – si occupa della cultura sul territorio, per esempio di destagionalizzare, andando al di là del Festival (c’è stato prima del Festival un convegno in preparazione della legge regionale sulla musica, importanti colloqui con personalità culturali di rilievo internazionale, concerti e messe in scena durante tutto l’anno, un laboratorio di danza in attività e uno di informatica in preparazione etc.). E molto altro ancora…
Ma se tutto funziona, a che si devono le proteste che pure ci sono, come evidenzia il blog in questione riprendendo la testata locale (il Vescovado)? La risposta è molto semplice. Si deve al vizio di trasformare le istituzioni culturali in fazioni politiche. I tre membri del CdI della Fondazione che hanno dato vita alla protesta sono infatti stati nominati dall’ex-sindaco che – dopo avere perso le elezioni – non vede di buon occhio la collaborazione tra Fondazione e sindaco attuale. La cosa è chiarissima se si pensa che le stesse persone non protestavano durante la sindacatura precedente. Questo spiega anche perché il climax del conflitto sia avvenuto proprio sulla questione Ravello Capitale della Cultura. La volontà di partecipare alla competizione in questione è del Sindaco di Ravello Salvatore Di Martino. La Fondazione ha semplicemente deciso – su invito del Sindaco di Ravello e dei sindaci dei comuni della Costa d’Amalfi – di contribuire al buon andamento della pratica. E lo si noti di farlo “senza aggravio di spesa” per la Fondazione. Vorrei aggiungere che non c’è ente culturale al mondo che, al posto della Fondazione Ravello avrebbe fatto altrimenti.
La polemica nasce quindi dal desiderio di destabilizzare una gestione di successo. Non potendo attaccarla sul piano dei risultati culturali, si attacca la Fondazione su dettagli di procedura. Lo scopo è puramente e semplicemente quello di impedirne il funzionamento. Sostanzialmente, si sta tentando di rendere inefficiente un’istituzione culturale che funziona.
I comuni che hanno aderito al progetto per Ravello Costa d’Amalfi Capitale della Cultura sono: Cetara; Maiori; Tramonti; Minori; Ravello; Scala; Atrani; Amalfi; Conca dei marini; Furore; Agerola; Praiano; Positano.
Gli enti e le istituzioni che hanno aderito sono: Arma dei Carabinieri; Connectivia Srl – cablaggio connettività e wireless; Università degli Studi di Salerno con i dipartimenti di: Ingegneria Civile, Scienze Economiche e Statistiche, Scienze Giuridiche, Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems, Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Studi Umanistici; SICME Energy e Gas – energy company; GESAC S.p.A. – società Gestione Servizi Aeroporti Campani, Capodichino e prossimamente Pontecagnano; SITA SUD S.r.l. – unico vettore del settore trasporti pubblici in Costa D’Amalfi; Film Commission Regione Campania; ADI – Associazione per il Disegno Industriale Nazionale; Laser Entertainment Srl – primaria azienda nazionale di produzione e realizzazione di spettacoli, video mapping 3D ed eventi multimediali in genere; SCABEC – società pubblica in house della Regione Campania per la valorizzazione e la promozione dei Beni Culturali regionali; Deloitte Digital – parte innovativa di Deloitte, specialisti nella strategia, progettazione, sviluppo on-line e mobile con conoscenze di livello mondiale, di business e tecnologia; Fondazione Children Media – Progetto IUDAV, formazione con corsi di laurea triennali di professionisti nei settori dei videogiochi e dell’animazione; Centro Cultura e Storia Amalfitana – storica Associazione culturale della Costa D’Amalfi; COMMA COMMUNICATIONS – studio professionale di comunicazione e organizzazione; Federturismo Confindustria – federazione nazionale dell’industria dei viaggi e del turismo del sistema Confindustria Nazionale; UNESCO – Franco Bernabè, presidente Commissione Italia; Diocesi di Amalfi; Provincia Francescana Basilicata Campania; ASL Salerno; Ordine degli Ingegneri di Salerno; Istituti Scolastici: Istituto Comprensivo “Gerardo Sasso” di Amalfi, Istituto Comprensivo di Maiori, Istituto Comprensivo “Lucantonio Porzio” di Positano, Istituto Comprensivo “Marino Frezza” di Ravello, Istituto Comprensivo “G.Pascoli” di Tramonti, Istituto Comprensivo Amalfi Liceo Scientifico – Classico – Turistico, Istituto Comprensivo Maiori Alberghiero – Ragioneria, Istituto Comprensivo “S. Di Giacomo – E. De Nicola” di Agerola (Na); Conservatori: Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno, Conservatorio di Musica “Domenico Cimarosa di Avellino; Licei Musicali: Liceo Musicale Statale Margherita di Savoia di Napoli, Liceo Musicale Statale Alfano I di Salerno; Ravello Nostra – storica Associazione di Ravello; Giovanni Esposito – attore; Antonio Apicella – proprietario bagno arabo di Scala; Il Mattino, Canale21, Kika Press, Positano News; Università Federico II Dipartimento di Agraria; A.D.i.P.A. Associazione Diffusione Piante fra gli Amatori; Armando Malafronte Floral Design Ravello; CGIL Salerno; Cooperativa L’Alveare – Associazione di volontariato; A.M.CA. – Associazione Musicale Costa D’Amalfi; Società Agricola Costa d’Amalfi S.r.l.
Il progetto non è della Fondazione Ravello ma del Comune di Ravello. Dopo averlo letto posso però dire che si tratta di un progetto serio e motivato che mira alla promozione della cultura, alla inclusione sociale e alla sicurezza. Spiace solo che giornali importanti riportino senza controllare fatti e opinioni non documentati.